Specchio specchio delle mie brame, qual è la città più sostenibile del reame?

13 Luglio 2011

Vorrei iniziare con una citazione di un libro molto noto, che mi ha fatto pensare alla città contemporanea delle mie parti:

“Chi arriva a Tecla, poco vede della città, dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci. Alla domanda: – Perché la costruzione di Tecla continua così a lungo? – gli abitanti senza smettere d’issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e in giù lunghi pennelli. – Perché non cominci la distruzione, – rispondono.(…) – Che senso ha il vostro costruire? – domanda. – Qual è il fine d’una città in costruzione se non una città? Dov’è il piano che seguite, il progetto?

-Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere, – rispondono.”

Italo Calvino, Le città invisibili.

Fortunatamente, non tutte le città sono interessate solo a crescere, o quantomeno lo fanno in maniera responsabile: abbiamo trovato, a questo proposito uno studio condotto su 27 tra le maggiori città americane e del Canada dall’Economist Intelligence Unit (EIU), per eleggere la città più sostenibile del Nord America. San Francisco è stata incoronata come la città più “verde”e si è guadagnata il titolo dopo essere stata studiata seguendo 9 categorie: emissione di gas serra, energia, uso del terreno, edifici, trasporto, acqua, qualità dell’aria e governo ambientale. E’ importante sottolineare che le città che hanno avuto punteggi migliori sono quelle che hanno un piano ambientale a 360 gradi.

Lo studio ha sottolineato che spesso c’è una correlazione tra la ricchezza di una città e le sue prestazioni ambientali, sebbene non sia sempre così, come dimostra Vancouver, seconda classificata, nonostante sia meno ricca di altre concorrenti. Secondo gli esperti che hanno condotto lo studio, questo dipende dalle priorità che si danno ai diversi temi ambientali. In Canada, come in Europa, si punta molto sulla riduzione delle emissioni e sull’efficienza energetica, mentre negli Stati Uniti si preferisce puntare sulla qualità dell’acqua e dell’aria. Bisogna inoltre considerare che spesso gli obiettivi ambientali si mescolano con altre scelte politiche, come quella economica o sullo sviluppo.

La parte che ho preferito dello studio è quella in cui vengono raccontati alcuni progetti sull’ambiente sviluppati dalle città analizzate: Los Angeles si propone per il 2020 di eliminare l’energia ricavata dalle centrali a carbone, che attualmente producono il 40% del mix energetico, e di sostituirla con energia prodotta da fonti rinnovabili; nel 2010 hanno già raggiunto per metà l’obiettivo finale, anche grazie alla realizzazione del più grande parco eolico pubblico del nord America. A Toronto, non potendo utilizzare direttamente l’acqua del lago Ontario, perché troppo fredda, si è pensato di utilizzarla per il raffrescamento degli uffici del centro, risparmiando così 61 megawatt all’anno. Montreal nel 2009 è stata la prima città del Canada a sperimentale il primo noleggio self-service di biciclette, attualmente è l’esempio più grande in nord America di bike-sharing, con circa 5000 biciclette e 400 parcheggi. Di esempi ce ne sono molti altri, per questo vi invito a leggere lo studio per intero… potete trovarlo qui !

Intanto mi metto alla ricerca di esempi virtuosi in Italia, magari per una bella gita estiva, ma questa è un’altra storia…

Post di Valentina Trevisanato