Il WWF francese ha recentemente pubblicato una guida sull’ecodesign dei prodotti del tessile-abbigliamento, realizzata in collaborazione con l’associazione Yaman, i nostri partner francesi di EVEA e dei professionisti della filiera del tessile.
L’esportazione mondiale dei prodotti tessili e di abbigliamento rappresenta il 4% di tutte le esportazioni, per un totale di 612 miliardi di dollari e 30 milioni di persone impiegate nell’intera filiera. Di questi 30 milioni (forse la cifra non stupirà molti) ben il 60% si trova in Asia. In Francia questa industria è seconda per giro d’affari solo all’industria alimentare.
La guida prende in esame ogni fase del ciclo di vita: dalla fibra al filo (con schede per le principali fibre naturali e sintetiche), dal filo alla stoffa, la produzione e la distribuzione, l’uso e il fine vita. All’interno di ogni fase vengono evidenziate le pratiche non più procrastinabili e quelle da privilegiare. Nella parte conclusiva, la guida presenta una serie di informazioni pratiche per aiutare il lavoro di designer e aziende nella realizzazione di prodotti con un ridotto impatto ambientale. Si tratta ad esempio di consigli su come dare il via ad un progetto di ecodesign, sulla tracciabilità della catena di fornitura, la scelta dei fornitori, le sostanze chimiche più dannose, la durata del capo. La guida è un’interessante e piacevole lettura ricca di informazioni pratiche.
Aprite il vostro guardaroba, qual è la prima cosa che vi viene in mente? Forse alcuni penseranno che hanno bisogno di qualcosa di nuovo, ma se date un’occhiata più critica, non vi stupirà la notizia che in Francia vengono gettate annualmente 700.000 tonnellate di prodotti tessili e di abbigliamento (dato del 2009), pari a 11 kg per abitante. Di questi, solo 75.000 tonnellate vengono effettivamente selezionate. Interessante è sapere che i cugini d’oltralpe hanno sviluppato uno schema di responsabilità estesa del produttore, che prevede il coinvolgimento di coloro che sviluppano, producono, commerciano o importano prodotti tessili nella raccolta dei rifiuti e nella gestione degli stessi. E’ così nata Eco-TLC , che si dedica proprio al fine vita di abbigliamento, biancheria per la casa e scarpe non più utilizzate. Il ruolo di questa società senza scopo di lucro è soprattutto di ricerca, per trovare nuovi utilizzi per i rifiuti ad oggi poco valorizzati e per supportare finanziariamente la raccolta. In media il 50% dei capi gettati è in stato eccellente e può essere rivenduto (generalmente in paesi del terzo mondo), il 25% può essere riutilizzato per altri prodotti tessili industriali, il 15% viene macinato ed unito a leganti per farne ad esempio carte speciali o materiale isolante per edilizia, mentre il 10% viene incenerito.