Un libro da inserire a pieno titolo tra i libri da leggere nella vita. Decidete voi quando. I libri di Terzani mi hanno hanno fatto fare dei viaggi memorabili in epoche, culture, paesi, regimi lontani, dentro le viscere dei popoli. Altri li conservo per momenti diversi della mia vita, perché un libro si sceglie anche perché va bene in un determinato momento.
Ho sempre pensato a quanto meraviglioso fosse il suo modo di comprendere e raccontare le realtà in cui si immergeva. Questo libro mi ha fatto pensare a quanto queste realtà abbiano influenzato la sua vita e il segno che le guerre, la morte, le rivoluzioni, hanno potuto lasciare nella sua anima. Le fotografie e i testi sono di Tiziano Terzani, scelti dal figlio Folco. Già questa combinazione è toccante, e il risultato è commovente nella sua bellezza, intimo, profondo.
Dall’introduzione di Tiziano Terzani:
L’invidia per i fotografi m’era cominciata in Vietnam quando si tornava dal fronte e quelli, avendo già fatto il loro lavoro, andavano dritti al bar, mentre a me toccava ancora mettermi con angoscia davanti al foglio bianco…Per questo forse, da allora, sono sempre andato in giro con una vecchia Leica al collo quasi a rassicurarmi che, se mi fossero mancate le parole, una traccia di ricordo mi sarebbe rimasta nella pellicola.
Un libro in bianco e nero pieno di colori e sensazioni, immagini bellissime accompagnate a testi che vorrei non dimenticare mai, e passaggi dietro e davanti alla storia.
Lo dicono delle rane, ma sembra fatto apposta per descrivere noi giornalisti: “Siedono in fondo al pozzo e guardano il cielo”. I cinesi hanno usato da secoli questa espressione per parlare di chi non riesce a immaginarsi quello che non vede e crede che la realtà sia solo quella che la sua limitata prospettiva gli offre.
L’industria dei sogni, efficiente qui come tutte le altre, gli offre in continuazione nuovi prodotti e ognuna di quelle bolle di sapone, allontanandolo dalla realtà, gli rende più sopportabile la sua insopportabile vita.
…non ho impegni tranne quelli creati dal caso.
Sento questa mia vita che sfugge, ma che non sfugge, perché è parte della stessa vita di quegli alberi. Una cosa bellissima, il disfarsi nella vita del cosmo ed essere parte di tutto.
Tiziano Terzani, Un mondo che non esiste più, Longanesi