Quando mi capita di parlare di ecolabel con persone che non si occupano di sostenibilità e mi rispondono che non lo conoscono, faccio spesso l’esempio della carta igienica o della carta da cucina. Benché, purtroppo, ancora molti non abbiano mai sentito parlare di questo marchio ecologico (recenti studi di mercato ne sono la prova), chi va al supermercato spesso li ha visti proprio su questi prodotti. L’ecolabel europeo, rappresentato dalla margherita, è un marchio ecologico di tipo 1. Oltre a quello europeo, però, ci sono marchi ecologici di tipo 1 anche a livello di singola nazione. La Germania ha Der Blaue Engel, il primo marchio di questo tipo sviluppato al mondo, nel 1978, quando ancora pochissimi parlavano di sostenibilità. Attualmente si fregiano di questo ecolabel circa 11700 prodotti di 120 categorie diverse. Va da sé che anche Der Blaue Engel segua il concetto dell’impatto ambientale dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita. Altri ecolabel nazionali sono ad esempio The Nordic Swan in Scandinavia, AENOR Medio Ambiente in Spagna o EcoLogo in Canada.
Questa carta igienica l’ho trovata in Germania, e oltre ai marchi ecologici indicati, segnala sul pakaging anche la riduzione di emissioni di CO2.
Questa informazione potrebbe essere fuorviante se non venisse anche chiaramente specificato (vedere asterisco che richiama la nota) su che parte del ciclo di vita è stata misurata l’emissione dei gas serra e l’anno di riferimento. In questo caso, le emissioni si riferiscono alla fase di produzione (from gate to gate) e l’anno di riferimento è il 2009.