Trovo spesso cose interessanti sulla rete, che da sole forse non meritano un post, così ho pensato di raccoglierle di tanto in tanto.
SICCITA’ NEL REGNO UNITO
Secondo un recente studio redatto da un gruppo di consulenti del governo britannico, entro il 2020 in seguito a crescenti periodi di siccità, il settore a gricolo potrà contare sul 50% dell’acqua rispetto ad oggi. Qui lo studio.
IN CINA LA PENA DI MORTE PER INQUINAMENTO
Abbiamo letto tutti delle recenti proteste dei cinesi per l’inquinamento e le sue evidenti conseguenze, tanto che sembra sia diventato la principale causa di protesta . Secondo una recente indagine condotta dall’Università di Shangai sembra che addirittura l’80% della popolazione creda che la protezione dell’ambiente debba essere prioritaria rispetto alla crescita economica. Un risultato rilevante se si pensa che il paese negli ultimi decenni ha concentrato gran parte delle proprie energie proprio sul secondo aspetto. Sono sicuramente d’accordo sul fatto che le pene per i reati ambientali dovrebbero essere inasprite, ma in Cina prevedono ora addirittura la pena di morte per i casi più gravi di inquinamento .
I FARMERS’ MARKET ONLINE
Avete presente i farmers’ market, cioè i mercati in cui gli agricoltori vendono direttamente al pubblico? Sono sempre più diffusi all’estero, ma anche in Italia, e qualcuno ha già pensato a trasferirli online. In Australia è nato il Farmhouse Direct , praticamente un mercato virtuale di piccoli produttori locali. Non si tratta di un magazzino che conserva o raccoglie gli ordini, ma questi ultimi vengono letteralmente distribuiti tra i diversi produttori che poi procedono con spedizioni diverse. Per cercare di limitare l’impatto di queste ultime, al cliente vengono proposti ulteriori prodotti acquistabili allo stesso costo di spedizione. Chissà che non si possa combinare questo mercato virtuale a dei gruppi di acquisto per rendere le spedizioni ancora più efficienti e meno impattanti.
PIC NIC PULITO?
Quando ho letto la notizia devo dire che un po’ ho storto il naso. L’idea è venuta all’ufficio pubblico che ha in gestione il Sarphatipark ad Amsterdam. Tutto il mondo è paese, in questo caso non c’è da esserne tanto fieri, perché capitava anche lì che molte persone che sceglievano il parco per un picnic lasciassero poi per terra i resti del loro pranzo. Si è pensato quindi di posizionare all’entrata un sorta di blocco gigante dal quale possono essere strappati dei grandissimi fogli (credo in materiale plastico) da usare come plaid e tovaglie. Alla fine basta riunire tre angoli, passarli all’interno di un foro posto vicino al quarto angolo e si ha un sacchettino per la spazzatura da lasciare negli appositi cassonetti prima di andare via. Sono parecchio allergica a certi comportamenti di inciviltà, e io avrei usato il metodo degli spagnoli con le cacche (vedere sotto per dettagli), ma sembra che i risultati siano stati al di sopra di ogni aspettativa. Insomma, ti devo dare la tovaglia altrimenti mi lasci lo sporco per terra. Capisco però l’approccio dell’amministrazione, che può ora utilizzare in modi più utili il personale prima impegnato in continue pulizie del parco.
CACCHE A DOMICILIO
Se non è bella e soprattutto efficace quest’idea. Il Comune di Brunete, città spagnola, ha pensato di attivarsi per convincere i cittadini a raccogliere i bisogni dei propri cani. La prima iniziativa è stata quella di recapitare il messaggio “Non abbandonarmi” attaccato ad una cacca di plastica telecomandata che girava per la città. L’effetto deterrente c’è stato, ma è durato poco, così si è deciso di mettere in atto il piano B. Venti volontari hanno monitorato i padroni di cani in giro per la città e, quando ne vedevano uno che non raccoglieva il bisogno del proprio cane, iniziavano una conversazione informale chiedendo razza e nome dell’animale. Tali informazioni sono infatti sufficienti ad identificare il domicilio del padrone, al quale veniva recapitato un pacchetto dall’ufficio comunale Oggetti Smarriti, in cui era incluso anche un avviso di multa (molto salata) in caso di nuovo smarrimento. La campagna ha portato ad una riduzione del 70% di cacche “smarrite”.