L’autoproduzione e lo scambio di semi da alcuni anni stanno riscontrando un interesse sempre maggiore. Non è raro che in molte città (anche qui a Mogliano) vengano organizzati corsi per la gestione di un orto o che si dia vita ad occasioni per lo scambio di semi. Mi ha invece piacevolmente sorpresa la notizia, letta qualche tempo fa, di una biblioteca statunitense che, accanto al prestito di libri, ha attivato proprio questa attività di scambio di semi. Alla Basalt Regional Library si possono infatti scegliere i semi che si desidera piantare e non appena la pianta, una volta cresciuta, donerà nuovi semi, la persona che li ha presi a prestito potrà restituirli alla biblioteca.
Ma guardate un po’ che meraviglia questa Basalt Regional Library! Sembra che lo scambio di semi sia stata una delle iniziative per “salvare” la biblioteca e attirare persone, ma mi verrebbe da dire che chi ha il pane non ha i denti. Edificio bellissimo in un contesto mozzafiato.
Questo è l’angolo per i bambini.
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Le foto della biblioteca sono prese da internet |
E che dire di questa sala con il caminetto acceso!
Mi piace molto andare a vedere le biblioteche delle città che visito, ma questa meriterebbe un viaggio.
Divagazioni a parte, incuriosita dall’iniziativa, sono andata a cercare ulteriori informazioni e altre biblioteche che hanno emulato l’esempio del prestito dei semi. Non ho trovato statistiche recentissime, ma circa un anno fa l’American Library Association affermava che una dozzina di biblioteche in tutto il paese offrivano lo stesso servizio. Eccone alcune:
- La Round Valley Public Library, qui la pagina dedicata all’iniziativa
- La La Crosse Public Library, qui
- La Fairfield Public Library, e questa è la pagina sullo scambio di semi
Queste iniziative hanno svariati obiettivi: diversificare l’offerta, attirare più persone in biblioteca, creare una comunità basata sui valori della condivisione, (ri)avvicinare le persone alla terra, alla produzione del proprio cibo, combattere la crisi economica, educare alla conoscenza dei frutti della terra, al valore di un’alimentazione sana ed equilibrata. Ad un livello più filosofico, è interessante anche l’aspetto legato alla promozione della biodiversità, come sottolinea questo articolo della Public Libraries Online:
The Davis Seed Savers Alliance, associated with the University of California at Davis, observes, “Humans have been saving seeds for over 12,000 years. However, in our culture much of that knowledge, along with significant biodiversity, has been lost over the last hundred years.”
The International Seed Saving Institute (ISSI) soberly reminds us:
As late as 1900, food for the planet’s hungry was provided by as many as 1,500 different plants, each further represented by thousands of different cultivated varieties. Today over 90% of the world’s nutrition is provided by 30 different plants and only four (wheat, rice, corn and soybeans) provide 75% of the calories consumed by man.
In other words, 94% of the food crops people have traditionally relied on have either been eliminated or are grown on insignificant levels.
Come spesso accade, le mode mettono in ombra altre realtà degne di dota. Le biblioteche, oltre ai libri ai DVD, ai CD, agli e-book, ora anche ai semi e a tante altre attività culturali, forniscono servizi di prestito che sicuramente aiutano la sostenibilità. Sono realtà anche datate, ma se ne parla poco, sicuramente meno della novità dei semi. Se pensiamo a quante ore utilizziamo ad esempio un trapano o un altro utensile una volta comprati, ci rendiamo conto che si tratta di oggetti prodotti e acquistati in grande quantità ma usati pochissimo. Un servizio di prestito di tali utensili risulta quindi un’attività decisamente sostenibile. Non è un’idea nuova, se pensiamo che la Berkeley Public Library ha istituito la Tool Lending Library addirittura nel 1979. Il servizio di prestito può essere attivato per 2, 3 o 7 giorni e prolungato se necessario. Iniziative come questa sono molto diffuse , anche al di fuori degli Stati Uniti.
Pensate se servizi come questo si diffondessero a tanti prodotti diversi, molto utili o addirittura indispensabili, ma non quotidianamente, non rendendone quindi indispensabile la proprietà. Un esempio recente è The Kitchen Library , che si ispira allo stesso principio del prestito ma esclusivamente per utensili di cucina, dallo spremiagrumi, al disidratatore per alimenti, alla macchina per il pane o per il gelato. Si può contribuire donando utensili che non si usano più, tanto è sempre possibile riaverli in prestito per 5 giorni. Se volete sapere come organizzare una Kitchen Library, leggete questo recente post nel blog di questa speciale “biblioteca”.
Buon fine settimana a tutti!