Cibo: strategie per la riduzione dello spreco e dell’impatto

20 Maggio 2015

Lo spreco di cibo è un problema, grosso, che sta ricevendo sempre più attenzione. Secondo la FAO, se non si avrà un’inversione di rotta, nel 2050 la produzione di cibo dovrà aumentare addirittura del 70% per coprire il fabbisogno mondiale. Da un lato aumentano la produzione e lo spreco, con previsioni allarmanti, dall’altro molte aziende attive nel settore alimentare si stanno attivando per ridurre lo spreco e l’impatto ambientale del cibo che offrono.

Moltissimi hanno già visto i video di Intermarché relativi all’uso della frutta bruttina che viene generalmente gettata. Obiettivo di questa campagna era convincere i consumatori che la frutta meno bella o dalla forma strana è buona tanto quanto quella dalla forma perfetta. I video hanno avuto un successo virale in rete, i consumatori hanno capito, apprezzato, acquistato e molte catene di distribuzione si saranno mangiate le mani per non aver avuto prima un’idea così semplice e geniale. Quella della carota è forse tra tutte la mia pubblicità preferita.

Quello che però forse non tutti avranno visto è il racconto di come sono nate questa idea e la campagna che ne è seguita. Mathieu Delcourt, che lavora nel marketing di Intermarché, l’ha raccontata a Sustainable Brands. Il pubblicitario spiega che erano alla ricerca di un’idea, come fa sempre qualunque azienda, e hanno deciso di concentrarsi sullo spreco di cibo, perché avevano capito che la sostenibilità è ormai un tema che non può essere trascurato. L’idea è quindi nata così: spiegare il concetto ai consumatori offrendo contemporaneamente i prodotti ad un prezzo del 30-50% inferiore a quello della frutta esteticamente perfetta. Nei primi due giorni del progetto si sono mediamente vendute 1,2 tonnellate di frutta che sarebbero state altrimenti buttate e vi è stato un aumento della clientela nel punto vendita del 24%. Dopo il primo mese, 13 milioni di persone erano venute a conoscenza dell’iniziativa attraverso i social media, la carta stampata la lodava e i giornalisti francesi (e non) chiedevano che venisse estesa ad altre catene.

Più nel dettaglio, ecco le fasi del progetto, che rendono più chiara la velocità con cui si è propagato:

  • il 21 e 22 marzo 2014 l’iniziativa viene testata in un punto vendita a 40 km da Parigi; le persone ne amano subito l’autenticità, ma il reparto marketing deve convincere i responsabili ad allargarlo ad altri punti vendita; lo fa sottolineando i vantaggi per l’azienda e il consumatore (chi si occupa di sostenibilità prenda nota di questo aspetto!);
  • nel mese di giugno l’azienda sigla il proprio impegno contro lo spreco di cibo;
  • il mese di ottobre viene lanciata la campagna pubblicitaria televisiva;
  • si lavora ad una campagna di comunicazione interna per far comprendere il lavoro svolto ai dipendenti Intermarché e renderli orgogliosi dell’iniziativa (prendere nota anche di questo!);
  • nel mese di ottobre i 2000 punti vendita dell’azienda vendono frutta e verdura bruttine.

I piani futuri sono di permettere di offrire questo tipo di prodotti regolarmente, in tutti i punti vendita, durante tutto l’anno.

Siamo ormai abituati a vedere i prodotti vicini alla data di scadenza scontati per promuoverne l’acquisto. Quando si trovano nel punto vendita, questa è una delle possibilità, l’altra è quella attuata da molte catene di distribuzione in Belgio, costrette per legge a donare quotidianamente i prodotti in scadenza ad enti caritativi. Chiaramente è bene intervenire prima che sia troppo tardi, con una politica di approvvigionamento estremamente efficiente. La catena olandese Albert Heijn prevede ad esempio la donazione dei prodotti vicini alla scadenza che si trovano ancora nei centri di distribuzione e che non sono quindi ancora partiti per la consegna ai punti vendita.

Un’iniziativa che mi piace molto è quella di Hema, altra catena olandese molto amata nei Paesi Bassi. Un’ora prima della chiusura parte l’happy hour su tutti i prodotti freschi, che vengono offerti con il 25% di sconto. Contenti i consumatori e contenta l’azienda, che ha visto un incremento delle vendite in quell’arco di tempo, visto che chi si reca nel negozio per approfittare degli sconti spesso acquista anche altri prodotti.

Non avevo mai sentito parlare di una simile iniziativa ma qualcuno mi ha riferito di un supermercato di Grado che farebbe qualcosa di simile; se qualcuno lo conosce mi fa un piacere se mi dà maggiori informazioni.

Approfondimenti

Ecco un brevissimo e utile glossario sui termini relativi allo spreco di cibo (fonte: FAO ):

Food loss : The decrease in edible food mass at the production, post-harvest, processing and distribution stages in the food supply chain. These losses are mainly caused by inefficiencies in the food supply chains, like poor infrastructure and logistics, lack of technology, insufficient skills, knowledge and management capacity of supply chain actors, no access to markets. In addition, natural disasters play a role.

Food waste : Food which is fit for consumption being discarded, usually at retail and consumer level. This is a major problem in industrialized nations, where throwing away is often cheaper than using or re-using, and consumers can afford to waste food. Accordingly, food waste is usually avoidable.

Food wastage : any food lost by wear or waste. Thus, the wastage is here used to cover both food loss and waste.

Categorie: Life Cycle Thinking