Anna Rigosi è ricercatrice all’Università di Adealide, Franco Rigosi è ingegnere e ha lavorato una vita all’ARPAV. Quando ho ricevuto questo loro resoconto dello stato di salute dei laghi del mondo, studio al quale partecipa Anna, ho pensato che dovevo assolutamente ospitarlo in questo spazio. E’ estremamente interessante oltre che, purtroppo, tristemente preoccupante. Che in Italia di questo studio non si sia ancora parlato mi stupisce, quindi ringrazio Anna e Franco Rigosi per avermelo segnalato.
I laghi nel mondo stanno scaldandosi più velocemente dei mari e dell’aria attorno a noi.
E’ il risultato di uno studio su centinaia di laghi fatto da 64 scienziati di tutto il mondo e pubblicato sul Journal Geophysical ResearchLetters , rivista mondiale ad alto indice di impatto scientifico. E’ stato tradotto, pubblicizzato e sintetizzato in articoli di tutto il mondo, anche da riviste come Science e Nature, ma non ancora in Italia. Gli scienziati, che hanno presentato la ricerca a dicembre 2015, dicono che la rapida crescita di temperatura può creare gravi danni agli ecosistemi lacustri. L’effetto globale potrebbe essere molto serio perché potrebbe portare alla conversione di miliardi di tonnellate di carbonio stoccate nei sedimenti dei laghi in metano e CO2. Queste emissioni potrebbero favorire un ulteriore aumento della temperatura atmosferica ed accelerare il cambiamento climatico.
In media l’aumento estivo registrato è stato di un terzo di grado ogni 10 anni negli ultimi 25 anni. I laghi alle latitudini più alte si scaldano più velocemente della media. Ad esempio, la temperatura superficiale del lago Lappajarvi (Finlandia) aumenta di 0,89 °C per decade, nel mar Caspio dello 0,75, mentre nel lago Titicaca dello 0,15 e nell’Argyle in Australia dello 0,13 per decade. Lo studio coinvolge 235 laghi combinando misure manuali in situ, anche a diverse profondità, con misure via satellite solo di superficie. I primi dati disponibili sono del 1985 e il dato medio di aumento osservato nei laghi è triplo di quello degli oceani (0,34 °C per decennio contro 0,12 °C) nello stesso periodo. Data le diversità di massa questo era in parte atteso, dicono i 64 studiosi che hanno fatto la ricerca, ma il riscaldamento dei laghi è superiore anche al riscaldamento dell’aria nello stesso periodo (0,25 °C per decennio) mentre tutti si aspettavano fosse inferiore. La spiegazione può essere dovuta a più brevi stagioni invernali con periodi ridotti di sviluppo del ghiaccio a causa di inverni caldi, dato che il ghiaccio protegge i laghi dal riscaldamento atmosferico e riflette i raggi solari. Infatti i laghi che normalmente ghiacciano in inverno si sono scaldati dello 0,48 °C per decade, quasi il doppio dei laghi che usualmente non ghiacciano. Un’altra componente che ha accelerato il riscaldamento dei laghi è la riduzione della nuvolosità in molte aree dovuta al cambiamento climatico. L’aria più trasparente permette alla luce del sole di colpire la superficie lacustre e le acque dei laghi si stratificano con acque fredde sul fondo che non si mescolano e non raffreddano le acque superficiali. Ovviamente laghi più piccoli si scaldano di più di quelli grandi.
Questi fenomeni riscontrati in generale portano a sofferenze anche per animali che vivono nei laghi, per esempio i pesci, che preferiscono le acque fresche, come le trote; le foche del lago Baikal che nascono quando il lago è ghiacciato sono a rischio sopravvivenza. Inoltre nei luoghi più caldi gli strati superficiali diventano luoghi di sviluppo di nocivi e tossici cianobatteri, un tipo di alga, particolarmente nelle regioni dove l’agricoltura e l’urbanizzazione hanno fertilizzato i laghi con fosforo e azoto, ad esempio nel lago Erie in Nord America. Ma anche leggere variazioni di temperatura come nel lago Tanganica, uno dei più grandi in Africa, hanno portato a sviluppo di alghe che hanno tolto alimento ai pesci che sono diminuiti e hanno ridotto il pescato per i pescatori locali che sono andati in crisi.
Alcuni risultati mostrano che laghi analizzati si sono invece raffreddati dal 1985; questo è stato causato da ghiacciai che si sono sciolti più velocemente del passato e hanno alimentato con acque fredde i laghi vicini (ad esempio nel Tibet) o dal cambio di uso del territorio circostante il lago, per esempio con crescita di foreste ombreggianti dove prima c’erano spazi liberi (caso della Florida).
I laghi italiani inclusi nello studio sono il lago di Garda (aumento della temperatura superficiale di 0,15 °C per decade ) e il lago Maggiore (aumento dello 0,31° C), dati forniti dal CNR.
Lo studio del cambio di temperatura ovviamente sta continuando anche perché dal 2010 sta accelerando rispetto alle medie degli anni precedenti. Il messaggio principale è che un cambio della temperatura, come provato da questo articolo scientifico, aumenta il rischio per le fonti di acque potabili per le comunità umane e animali e per gli ecosistemi millenari dei laghi stessi con rischi soprattutto per la pesca e la qualità delle acque usate per usi agricoli e industriali.
Dunque i risultati dello studio rappresentano un nuovo campanello d’allarme che la comunità mondiale dovrebbe considerare. La speranza è che ci sia un vero cambiamento nel futuro al di là delle deboli decisioni prese al COP21 a Parigi.
Rigosi Franco e Anna