Venerdì, un libro, pirati nell’animo e una miniera profonda

29 Gennaio 2016

Un libro di Orecchio Acerbo non si rifiuta mai, ed è bene leggerlo sempre almeno una volta e anche tra le righe.

Questo è un libro che merita, profondo, delicato e forte allo stesso tempo, come possono essere le storie di legami tra padri e figli.

E’ una storia che ne comprende due, ognuna delle quali ricca di sfaccettature diverse. C’è la storia intima fatta degli affetti familiari, e quella pubblica di cui molti di noi hanno sentito parlare: il disastro di Marcinelle.

La prima è una storia di emigrazione, di lontananze, di rapporti che non si interrompono mai ma vanno ravvivati ogni volta, in questo caso riempiendoli di avventure straordinarie. Fa una grande tenerezza la storia di questo papà che rientra una volta l’anno con oggetti e racconti di pirati, viaggi e tesori.

E fa tenerezza la storia di questo figlio ammaliato dai racconti, poi deluso quando scopre la verità, poi sorpreso e meravigliato quando scopre una verità diversa.

La seconda storia è quella di una miniera che accoglie decine di migliaia di lavoratori italiani che lasciano la famiglia con la valigia di cartone e tante speranze, di baracche fredde e una miniera profonda.

E’ la storia di 262 lavoratori che nel disastro di Marcinelle perdono la vita a oltre 1000 m sotto terra.

Di questo libro sono belli i testi, le illustrazioni e l’impaginazione. E’ bello anche solo sfogliarlo, immergersi nei colori rosati delle illustrazioni su viaggi e avventure e più grigi sulla miniera, e soffermarsi sulle frasi in rosso o con i caratteri che si distinguono dal resto del testo.

Da leggere con un cappuccino forte e qualche chicco di caffè al cioccolato fondente.

Mio padre il grande pirata – Davide Calì, illustrazioni di Maurizio A.C. Quarello – orecchio acerbo

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