Le nuove frontiere della LCA

2 Maggio 2018

Chi si occupa di LCA da diversi anni ha sicuramente notato che il bacino d’utenza di questa metodologia si è notevolmente allargato. 10 anni fa e più ad usare questa metodologia erano i tecnici, i responsabili dei reparti Ricerca & Sviluppo o Ambiente & Sicurezza. Ora sempre più spesso capita che i nostri interlocutori siano responsabili delle strategia ambientali, designer, esperti di marketing. Questa evoluzione comporta due conseguenze principali:

  • la sostenibilità sta lentamente diventando normalità, cosa molto positiva
  • chi si occupa di sostenibilità deve poter usare la LCA senza necessariamente essere esperto di questa metodologia

Come rendere un’esperienza di LCA qualitativamente elevata agli utenti non esperti è stato tra noi e i nostri partner uno degli argomenti di discussione, ragionamento e brainstorming più importanti negli ultimi anni. Il cambiamento è iniziato, e stiamo già lavorando a progetti innovativi e concreti che coinvolgono sia catene di fornitura che associazioni di categoria.

Il primo caso prevede nuovi modi per agevolare un’azienda, da un lato semplificando la raccolta dei dati dai fornitori anche in ambiti complessi, dall’altro coinvolgendo diversi reparti nel calcolo in autonomia di risultati utili alle diverse funzioni aziendali. Un designer deve poter ad esempio confrontare materiali diversi o comprendere la riduzione di impatto ambientale attraverso l’utilizzo di un nuovo packaging; il reparto marketing può voler confrontare un prodotto migliorato rispetto ad una soluzione precedente e avere la certezza che le proprie asserzioni sono veritiere. Tutto questo è ora possibile attraverso impostazioni curate da un esperto di LCA e strumenti di lavoro semplificati che rendono l’uso della metodologia accessibile a chi esperto non è.

Anche il caso delle associazioni di categoria è estremamente innovativo e interessante. Un esempio pratico è quello sviluppato dal nostro partner PRé, che ha creato uno strumento che permette a 16.000 allevamenti di bovini in Olanda di calcolare in autonomia, allo scopo di ridurle, le proprie emissioni di gas serra. Questa soluzione va a integrare uno strumento già esistente per la Valutazione Annuale del Ciclo dei Nutrienti con dati e parametri di tipo ambientale. Lo strumento permette fino a 36.000 calcoli di LCA al mese con un tempo di calcolo di secondi. Ogni allevatore ha la possibilità di misurare la propria impronta di carbonio per la produzione di 1 kg di latte, di conoscere il contributo di diversi fattori a tale impronta (emissioni di metano, emissioni per il deposito degli affluenti, emissioni per la produzione dei beni acquistati, emissioni per la coltivazione del foraggio) e di confrontare la propria impronta con quella di aziende agricole simili. Per maggiori dettagli su questo progetto, potete vedere qui.

Questi sviluppi aprono nuove possibilità per le aziende e strumenti di lavoro fino a poco tempo fa inesistenti, che offrono forme di coinvolgimento motivanti e nuovi utilizzi dei dati sugli impatti ambientali di prodotti e servizi.

Categorie: Life Cycle Thinking