Nella precedente newsletter abbiamo introdotto il tema della biodiversità e come monitorare l’impatto delle operazioni di un’azienda tramite Bioscope, un tool gratuito e web-based sviluppato da PRé Sustainability, Arcadis e CODE.
In quanto esperti di sostenibilità e comunicazione ambientale, ci teniamo ad approfondire maggiormente la tematica e lo facciamo grazie al corso “Biodiversity fundamentals: The business case for action” dell’UN Global Compact Academy creato in collaborazione con l’UNEP. I contenuti sono accessibili online al seguente link previa iscrizione. Per chi non riuscisse a seguire i video in prima persona, abbiamo riassunto per voi le informazioni salienti.
Il Global Assessment Report del 2019 pubblicato dall’IPBES ha segnato un punto di svolta nella comprensione del grado di perdita di biodiversità e dei suoi impatti sulla società. Il report afferma che la situazione è grave e sfocerà in una catastrofe ecologica, a meno che non ci siano dei cambiamenti economici e politici di larga-scala.
La diminuzione di biodiversità è generata da un complesso insieme di fattori, che possono essere suddivisi in:
- Diretti: utilizzo del suolo e del mare, cambiamento climatico, inquinamento e invasione di specie aliene.
- Indiretti: valori e comportamenti della società, di tipo demografico, socioculturale, economico e tecnologico.
- Indiretti straordinari: conflitti, epidemie, cambi nelle istituzioni, nella governance e nelle politiche.
image source: Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services | IPBES secretariat
La dipendenza delle imprese dalla natura è molto forte, tanto che nel 2020 metà del PIL globale (44$ trilioni) era considerato a rischio. A conferma di tale tendenza, il Global Assessment Report del World Economic Forum nel 2022 ha stimato che i 5 principali rischi per il pianeta nei prossimi 5-10 anni saranno connessi all’ambiente.
data source: https://unglobalcompact.org/academy/viewers/new
L’origine di questi rischi può essere in gran parte attribuita agli impatti ambientali negativi delle aziende e risultare in una perdita naturale rilevante con impatti di ampio spettro sulla società.
Inoltre, gli stessi rischi potrebbero inficiare la sopravvivenza delle aziende, generando minacce fisiche e di mercato per tutte le loro attività e rendendo sempre più problematica la fase di approvvigionamento. Infine, aumentano le possibilità di perdita di clienti/mercati, l’imputazione per azioni legali costose e l’aumento di oneri normativi.
Per ridurre gli impatti delle aziende è necessario agire e cambiare i loro valori e comportamenti. L’UN Global Compact ha identificato 10 principi, che coprono 4 aree di intervento fondamentali (diritti umani, lavoro, ambiente e anti-corruzione). La logica di intervento prevede che l’azione in una delle seguenti aree non provochi danno alle restanti.
Nello specifico, la gestione ambientale contiene 3 principi:
- Principio 7: le imprese dovrebbero sostenere un approccio precauzionale alle sfide ambientali;
- Principio 8: intraprendere iniziative per promuovere una maggiore responsabilità ambientale; e
- Principio 9: incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie rispettose dell’ambiente. Questo comprende ad esempio modifiche nei processi produttivi e nelle materie prime, l’uso della LCA nello sviluppo di nuove tecnologie o prodotti, criteri di analisi degli investimenti e della selezione dei fornitori, o la collaborazione con i partner industriali per rendere disponibili le “best avaliable technologies”.
L’intenzione è, quindi, quella di richiamare il settore produttivo ad un atteggiamento di prevenzione dei rischi, di responsabilizzazione attiva e di diffusione e sviluppo di tecnologie compatibili con l’ambiente. L’applicazione diffusa di questi principi permette che le aziende rispettino le loro responsabilità di base verso la società e l’ambiente proiettandosi verso un successo di lungo termine.
Oltre alle raccomandazioni delle istituzioni, quali sono le attività già intraprese dalle imprese?
Nella seconda parte di questo articolo, presente nella nostra prossima newsletter, affronteremo alcune possibili risposte ai rischi e racconteremo l’esperienza di due aziende, che hanno da tempo intrapreso un percorso verso la riduzione del loro impatto sulla biodiversità.