Ho accennato nel post precedente alla montagna di bicchieri di carta (che poi non sono solo di carta) per il caffè gettati ogni anno nel Regno Unito. Cos’è che confonde le persone? Secondo una ricerca di Which?, organizzazione inglese per la tutela dei diritti dei consumatori, la metà degli intervistati getta i bicchieri nel secco, anche se 8 su 10 pensano che in realtà potrebbero essere riciclati con la carta. Il classico bicchiere di carta è fatto per il 95% di carta e per il 5% di polietilene. E’ questa combinazione di diversi materiali che confonde i consumatori. Secondo gli esperti di Which?, benché i materiali di cui è composto il bicchiere di carta siano uguali a quelli del biaccoppiato, quest’ultimo viene riciclato negli impianti che riciclano carta, mentre i primi vengono talvolta rifiutati con la scusa che i bicchieri del caffè contaminano il riciclo. Le catene di caffetterie devono quindi correre ai ripari, se non altro perché tanti occhi sono puntati su di loro.
Riciclare è un grattacapo per molti consumatori, e a tutti capita di non sapere dove gettare qualcosa. Il problema è anche dovuto alla quantità di marchi per identificare il tipo di materiale o come riciclarlo, secondo la Sustainable Packaging Coalition statunitense, che così ha pensato di svilupparne di nuovi (o, a vedere i marchi, di adattare ciò che già esiste). L’obiettivo è quello di rendere le informazioni più trasparenti e facilmente decifrabili perché chiare e uniformate. Questo sistema verrà adottato, dal 1 gennaio 2012, da cinque catene di distribuzione statunitensi che hanno aderito al progetto pilota. Il marchio verrà apposto sugli imballaggi in plastica, carta, vetro e metallo. L’idea è sensata, e proprio l’armonizzazione sarà uno dei cardini di varie tematiche ambientali per gli anni a venire.