Ancora un caso di greenwashing

28 November 2011

Una pubblicità su un sito internet inglese dichiarava: “Risparmia denaro e salva il pianeta con LowGas fuel Economiser. Funziona! Risparmi circa il 15% dei costi per il carburante….Pulisce i residui di carbonio dal tuo motore. Aumenta la performance del tuo motore. ..”.

Nella spiegazione sul funzionamento di questo magnete per il risparmio di carburante così recitava la pubblicità: “Applicando LowGas ai tubi del combustibile….Questo ha come risultato una riduzione delle emissioni di gas dannosi…”

E ancora: “Prove su strada. Test di LowGas Gainer per 2 mesi (con 20 pieni di carburante) hanno mostrato il 15% di miglioramento nel consumo di carburante con un risparmio di 90 sterline per il periodo in questione…”

Diversi sono stati i reclami relativamente a questa pubblicità. Per quanto riguarda quelli prettamente collegati ad affermazioni ambientali citiamo: risparmio del 15% sul costo del carburante, pulizia dei residui di carbonio dal motore, salvezza del pianeta, riduzione delle emissioni di gas dannosi.

Rispetto a questo caso è interessante far notare che, a differenza di quanto spesso accade, l’azienda non si è dimostrata affatto collaborativa nei confronti dell’Advertising Standard Authority (garante per la pubblicità) inglese, rifiutando addirittura di fornire i risultati dei test o alcuna prova che corroborasse quanto dichiarato nella pubblicità. Due settimane fa l’ASA ha concluso che l’azienda non è in grado di provare le affermazioni fatte e che quindi le affermazioni sono fuorvianti. All’azienda è stato naturalmente richiesto di rimuovere la pubblicità incriminata e di non ricadere più nell’errore. ( Per chiarezza, la foto in questo post si riferisce al prodotto pubblicizzato, ma non è quella della pubblicità in questione). 

L’ho detto più volte ma lo ripeto: sempre poter provare le proprie affermazioni con dati inconfutabili. E’ la regola numero uno per una pubblicità trasparente e sostenibile.