Per un anno intero l’americano Colin Beaven ha vissuto a New York limitando al massimo il proprio impatto ambientale, diventando così No Impact Man, come viene generalmente chiamato. Voleva vedere se, con un tale cambiamento, la sua vita sarebbe comunque stata divertente e felice. Alla conclusione dei 12 mesi Beaven era dimagrito guadagnandoci in salute, aveva risparmiato denaro, passato più tempo con la sua famiglia, migliorato il rapporto con la moglie. Da questa esperienza sono nati un blog, un libro, un film e un progetto internazionale senza scopo di lucro che ha visto la luce nel 2009. Obiettivo del progetto è stimolare cambiamenti nel comportamento e coinvolgere nuove persone a provare l’esperienza “No impact”. Il progetto è stato abbracciato da 30 campus universitari, comunità in tutto il mondo e migliaia di individui. In che cosa consiste questo progetto? Se ti iscrivi, ricevi il manuale di istruzioni dopo di che, se vuoi, inviti parenti e amici a seguirti. Poi, per ogni giorno della settimana, segui le indicazioni relativamente ad azioni nell’ambito di consumi, rifiuti, trasporto, cibo, acqua ed energia. Durante il percorso non si è soli, ma supportati dai promotori del progetto attraverso Twitter, e altri partecipanti, con i quali a fine giornata si scambiano esperienze sulla pagina Facebook dedicata. Terminata la settimana, si può scegliere di diventare Ambasciatori No Impact nella propria comunità. Ne parlo perché dal 6 al 13 novembre si svolge la settimana No Impact in Olanda e nelle Fiandre , lanciata da ambasciatori locali. Il loro motto è “vivere felici con meno”. Io non volevo iniziare questo post con questa frase, anche se un po’ è il succo della questione. In questo periodo c’è così tanta gente che è obbligata a vivere con meno, che potrebbe sembrare una presa in giro. Però, pensiamoci, magari è proprio questo il momento per imparare qualche pratica che dia una boccata di ossigeno all’ambiente e alle nostre tasche.