Anne Gaasbeek, di PRé Sustainability, ha presentato “Social & environmental value of high value destinations for orange peels”.
Il progetto è molto interessante perché ha combinato l’analisi ambientale con quella sociale e ha fornito un esempio di applicazione pratica di questi due strumenti. Lo studio è stato condotto per EME, Excess Material Exchange, un’azienda che offre un servizio di borsa dei rifiuti, permettendo a domanda di materie prime e offerta di scarti di produzione di incontrarsi. Ognuno degli scarti proposti è accompagnato da un passaporto che riporta informazioni su: tracciabilità, valutazione attraverso una metodologia scientifica e possibilità di utilizzo. Lo studio si è concentrato su uno di questi scarti, le bucce d’arancia, e ha confrontato il loro smaltimento tradizionale (biogas e compost) con tre usi alternativi: limonene, mangime per animali, melassa. Per entrambi gli scenari sono state considerate le produzioni evitate.
Benché tendenzialmente si cerchi di applicare gli stessi confini di sistema in analisi complementari, in questo caso si è scelto di allargare i confini di sistema nell’analisi sociale per comprendere la produzione di arance, che può avere impatti degni di nota.
Per l’analisi ambientale, è stato scelto il metodo Ecocost e sono stati selezionati i seguenti indicatori: climate change, water use, finite resource use, land use, human toxicity.
Per l’analisi sociale sono stati utilizzati due approcci: uno quantitativo con il Social Hotspot Database e uno qualitativo con il Product Social Metrics Handbook.
I risultati hanno valutato il confronto tra le due situazioni alternative, mostrando il peso di ciascuna in base ai parametri prescelti, e con i vantaggi della valorizzazione.
Anne Gaasbeek, da noi contattata, ci ha confermato che l’azienda sta utilizzando questi risultati nella comunicazione ai propri clienti.