A dicembre 2022, in occasione della COP 15, Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, è stato raggiunto uno storico accordo, il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, con lo scopo di gestire la crisi della biodiversità.
Gli stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati per promuovere un’inversione di rotta attraverso quattro obiettivi chiave su cui puntare entro il 2050 e 23 target specifici da raggiungere entro il 2023.
Tra i 23 target vi sono ad esempio:
- conservazione e gestione efficaci di almeno il 30% delle aree terrestri, acque interne, aree costiere e oceani, con particolare attenzione per le aree di particolare importanza per la biodiversità
- ripristino del 30% degli ecostistemi marittimi e terrestri
- riduzione vicina allo zero della perdita di aree di elevata importanza per la biodiversità o di elevata integrità ecologica
- riduzione del 50% dello spreco di cibo
- riduzione del rischio da pesticidi di almeno il 50%
- riduzione della perdita di nutrienti nell’ambiente di almeno il 50%
- riduzione dei rischi e impatti negativi da inquinamento da tutte le fonti a livelli non nocivi alla biodiversità e agli ecosistemi
- gestione sostenibile delle aree in cui si svolgono agricoltura, acquacultura, pesca e silvicoltura e aumento sostanziale dell’agroecologia e altre pratiche rispettose della biodiversità.
Per raggiungere tali obiettivi sono previste leve finanziare per supportare determinate attività e contrastarne altre. L’accordo mira a mobilitare almeno 200 miliardi di dollari l’anno entro il 2030 a supporto della biodiversità, sia da fonti private che pubbliche e a ridurre i sussidi per attività dannose per la biodiversità di almeno 500 miliardi di dollari l’anno entro il 2030.
In questo ambito, il tool BioScope, che misura l’impatto di un’azienda sulla biodiversità, si profila come uno strumento all’avanguardia. Finanziato dal Ministero dell’Economia dei paesi Bassi e realizzato da PRé Sustainability assieme alla società di consulenza Arcadis e all’agenzia web CODE, permette alle aziende di vedere su una mappa, una volta inseriti dati sui propri acquisti, gli impatti sulla biodiversità dovuti alle proprie operazioni e alla propria catena di fornitura. A tale scopo è stato utilizzato il database Exiobase 2.2 che contiene dati di 48 paesi e regioni per il resto del mondo e il software SimaPro con il metodo ReCiPe.
Qui è disponibile BioScope, utilizzabile gratuitamente.