Il 18 maggio siamo stati invitati dall’università di Pisa per un seminario sulla LCA presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, ospiti della Prof.ssa Monica Puccini, Presidente del Consiglio Aggregato dei Corsi di Studio in Ingegneria Chimica. La professoressa è anche docente del corso “Analisi della sostenibilità dei processi industriali” con il Prof. Gabriele Pannocchia. Si tratta di un corso a scelta inserito nel percorso di studi della laurea magistrale in Ingegneria Chimica.
Il seminario è stato tenuto da Leo Breedveld, che ha condiviso la sua esperienza ultraventennale in ambito internazionale, e Alexia Chirico, laureata in Ingegneria Chimica presso l’Università di Pisa e ora analista LCA presso 2B.
Obiettivo del pomeriggio è stato offrire agli studenti del corso una testimonianza di chi si occupa quotidianamente di LCA attraverso un’esperienza pratica del nostro lavoro, approfondimenti metodologici, la descrizione di diversi approcci per modellare le sostanze chimiche, fino alle dichiarazioni ambientali e agli sviluppi della LCA nell’ambito delle politiche aziendali. In questi ultimi anni l’utilizzo della LCA si è evoluto fino a diventare uno strumento strategico e le sue applicazioni si sono molto diversificate; abbiamo quindi analizzato le principali tendenze e anticipato quelle che potrebbero essere le tendenze future.
Ci piace raccontare come la LCA viene divulgata e amiamo interfacciarci con gli attori che si impegnano nella formazione dei giovani in quest’ambito. Non ci siamo quindi fatti sfuggire l’occasione di intervistare la Prof.ssa Puccini chiedendole, a nostra volta, di raccontarci il suo lavoro quotidiano e di come questo si sia evoluto nel tempo.
Come è nata l’idea del corso “Analisi della sostenibilità dei processi industriali”?
L’idea nasce dall’esperienza sugli aspetti legati alla sostenibilità ambientale di processi industriali nell’ambito delle attività di ricerca che stavo svolgendo. Al momento della creazione del corso, avevo alle spalle esperienze da autodidatta che avevo consolidato frequentando uno dei corsi di 2B tenuto da Leo.
Oltre al mio background in ambito di sostenibilità, c’è stato l’apporto fondamentale del Prof. Pannocchia per gli aspetti legati alla simulazione di processo e dell’allora Presidente del Corso di Studi, la Prof.ssa Sandra Vitolo, che incentivava l’inserimento di corsi a scelta su tematiche di attualità e di interesse per gli studenti. La sostenibilità rientrava, e rientra tuttora, a pieno titolo in quest’ambito.
La volontà alla base di questo percorso deriva dal voler mettere in contatto i ragazzi con temi che incontreranno sicuramente una volta conseguita la laurea.
La peculiarità di questo corso è la combinazione di competenze sulla metodologia LCA con conoscenze avanzate di simulazione di processo, per cui vengono utilizzati simulatori commerciali. Questo approccio consente la costruzione di dati di inventario, uno dei modi per far applicare la LCA e poter visualizzare un’applicazione concreta del metodo. In questo modo è possibile andare oltre la teoria, sviluppando delle capacità pratiche spendibili nel mondo del lavoro che consentono agli studenti di avere maggiori opportunità una volta usciti dall’ambiente accademico.
Dalla sua prima edizione, nel 2019, il corso ha suscitato crescente interesse fra gli studenti, anche durante il Covid, quando è si è tenuto interamente a distanza.
Considerata l’attualità della tematica e il crescente interesse, ha notato una differenza nelle conoscenze di partenza dei ragazzi?
Durante il corso emerge sempre una grande curiosità per le tematiche trattate e c’è un crescente livello di consapevolezza, tuttavia, a livello di conoscenze iniziali, non ho riscontrato un avanzamento. Il corso, però, serve anche a questo. Inizia con l’intenzione di fornire un inquadramento della sostenibilità, che spazzi via alcuni luoghi comuni e che dia dei riferimenti giusti, reali e concreti.
Noto anche un aumento dell’interesse per un proseguimento, sia attraverso lo svolgimento della tesi di laurea su argomenti che prevedono l’applicazione della metodologia LCA sia per la scelta dell’ambito lavorativo. Attraverso questo corso, gli studenti di ingegneria chimica scoprono ulteriori sbocchi professionali, a cui non avevano pensato o di cui non erano a conoscenza.
La struttura del corso, fra conoscenze teoriche e, soprattutto, applicative, consente di sviluppare un caso studio ma anche di lavorare e potenziare le proprie soft skills. Fare LCA è un esercizio formativo globale. È necessario fare la sintesi delle conoscenze e andare oltre lo standard comune, applicando una visione olistica. Agli studenti si richiede, inoltre, di collaborare e lavorare in gruppo alla realizzazione del caso studio e della presentazione dei risultati. La metodologia della LCA implica un certo livello di complessità che consente al corso di formare gli studenti a 360°.
Consiglierebbe ai suoi studenti, che si sono appassionati al tema della LCA, di seguire un corso di formazione più specifico?
Certo, un corso sulla LCA, come quello offerto da 2B, è sicuramente un momento fondamentale per tutti quegli studenti che, dopo aver inquadrato la sostenibilità in termini quantitativi, continuano a provare un forte interesse.
Il corso dà la possibilità di uscire dai luoghi comuni e dà una connotazione alla parola sostenibilità, di cui si sente molto parlare.
I suoi studenti hanno incontrato Leo e Alexia di 2B il 18 maggio per un seminario. Pensa che per loro sia stato un incontro formativo?
(Ride) Non penso, lo so per certo!
La curiosità era palpabile all’interno dell’aula e credo fosse particolarmente motivata dal fatto di vedere un esempio concreto di applicazione di sostenibilità al di fuori del corso e del contesto universitario.
Le testimonianze di Leo e Alexia hanno dimostrato ai ragazzi che la sostenibilità non è solo un argomento di cui si parla tanto ma per cui si agisce anche concretamente. Il loro apporto esterno è stato, quindi, fondamentale per arricchire l’esperienza dei ragazzi, che erano entusiasti di avere lo spazio necessario per uno scambio su temi tecnici e lavorativi.
La presenza di Alexia, ex studentessa del corso, è sicuramente stato un tassello fondamentale, perché rappresenta un esempio positivo e di ispirazione. Dopo meno di un anno dalla laurea, ha gestito una parte di presentazione del seminario, rispondendo alle domande degli altri studenti e dimostrando un livello di padronanza e conoscenza delle tematiche avanzato.