Reuse = riutilizzare, refurbish = rimettere a nuovo e remanufacture = rifabbricare, ovvero tre modi per prolungare il ciclo di vita del prodotto e farlo assomigliare a quello degli elementi naturali, che non conoscono il concetto di rifiuto.
In che modo?
Il riutilizzo consiste nel permettere un ulteriore utilizzo di un prodotto senza impiegare nuove risorse (materiali o energia); ne è un esempio la donazione di abiti usati.
Refurbish significa, invece, partire da un oggetto e restauralo, impiegando nuove risorse: l’oggetto di partenza resta comunque lo stesso; è una pratica abbastanza diffusa soprattutto per i mobili.
Rifabbricare significa disassemblare i prodotti, ispezionarli, pulirli, se necessario ripristinarli e nuovamente assemblati ri-immeterli nel mercato. Questo processo avviene soprattutto per oggetti elettrici ed elettronici e viene eseguito solitamente dall’azienda produttrice: in questo modo è possibile sia rigenerare oggetti dello stesso tipo di quelli smaltiti, sia utilizzare i diversi pezzi come componenti per oggetti diversi da quello di partenza.
Nella produzione di un laptop il remanufacturing permette di evitare fino al 20% della produzione di nuovi componenti.
